Nome: Chechulina Yelena Nikolayevna
Data di nascita: 11 giugno 1978
Stato attuale: Imputato
Articolo del Codice Penale Russo: 282.2 (1)
Limitazioni attuali: Accordo di riconoscimento

Biografia

Yelena Chechulina, un'infermiera di 45 anni di Petropavlovsk-Kamchatsky, come suo marito, è stata perseguita penalmente per aver discusso della Bibbia con altri credenti. L'indagine ha equiparato le sue azioni all'organizzazione dell'attività di un'organizzazione estremista.

Yelena è nata nel 1978. Era l'unica figlia della famiglia. Da bambina amava leggere libri. Dopo aver studiato al liceo e alla facoltà di medicina, Yelena ha iniziato a lavorare come infermiera in una clinica.

Yelena iniziò a fidarsi della Bibbia quando vide con quanta precisione si adempivano le profezie in essa descritte. Inoltre era rimasta colpita dallo stile di vita dei testimoni di Geova. Nel luglio 2000 Yelena si è unita a questa religione.

Nello stesso anno ha sposato Sergej, che condivide le sue convinzioni religiose. Suo marito lavora come fabbro.

L'accusa penale non ha scoraggiato la famiglia Chechulin: Yelena e suo marito stanno cercando di mantenere un atteggiamento positivo e di condividerlo con i loro parenti che sono preoccupati per loro. Amici e colleghi fanno del loro meglio per sostenere Yelena.

Casi di successo

Sergej Chečelin e sua moglie Yelena divennero imputati in un altro procedimento penale contro i testimoni di Geova a Petropavlovsk-Kamčatskij. Nel settembre 2022, il Comitato investigativo ha avviato un procedimento contro di loro con l’accusa di aver organizzato l’attività di un’organizzazione estremista. Un mese dopo, la loro casa è stata perquisita e la coppia è stata sottoposta a un accordo di riconoscimento. Nel novembre 2023 il caso è stato portato in tribunale, dove l’accusa è stata riclassificata come partecipazione all’attività di un’organizzazione estremista. Il pubblico ministero ha chiesto 6 anni di carcere per i Chechulin. Nell’aprile 2024, la coppia è stata condannata a 2 anni con sospensione condizionale della pena. La corte d’appello confermò questa decisione, ma nell’ottobre dello stesso anno la corte di cassazione rinviò il caso per un nuovo processo.
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